Il martellante silenzio delle sirene

a cura di Mariarita Di Simone

“Ma le Sirene hanno un’arma che è ancora più terribile del loro canto, ossia: il silenzio” ( da Il Silenzio delle Sirene, Franz Kafka)

Secondo l’immaginario moderno le sirene, chiamate anche “fanciulle del mare” sono creature marine, splendide fanciulle dal corpo seducente e sensuale con seni prominenti; il loro corpo termina con una coda di pesce singola o doppia. Secondo il mito che si era sviluppato attorno a varie colonie di gabbiani che a distanza sembravano canti di donna e nei quali era possibile immaginare parole; questi esseri dal corpo sinuoso e dalla chioma fluente avrebbero attratto i marinai per la loro eccezionale bellezza; e i naviganti che si fossero fatti ammaliare da questi canti melodiosi , avrebbero diretto la prua verso di loro, naufragando. Nell’ Eneide Virgilio cantava : “ Iamque adeo scopulos Sirenum advecta subibat difficilis quondam multorumque ossibus albos tum rauca adsiduo longe sale saxa sonabant…” (“Ed ormai trasportata, raggiungeva gli scogli delle Sirene, un tempo difficili e bianchi per le ossa di molti, allora le rocce risuonavano roche lontano per il mare incessante…”).

Sia nell’arte sia nella letteratura antica il loro aspetto è assai differente : vengono rappresentate come donne-uccello, con il corpo metà umano e metà aviforme, raffigurate con ali di rapace. Nella tradizione antica le sirene sono demoni femminili dell’Oltretomba, che attendono impazienti la morte di un essere umano per accompagnare la sua anima nel regno di Ade. Si sono conservate varie steli funebri arcaiche sormontate da una sirena, nella sua forma di donna-uccello, che stringe tra le mani una lira, simbolo dell’anima del defunto. Talvolta, le sirene sono state identificate con l’anima di un defunto tormentato che cerca di attirare nel mondo dei morti un vivente, per nutrirsi del suo sangue.

Per Omero le sirene erano creature alla pari delle muse e delle sibille, erano dotate di una conoscenza universale; sapevano tutto ciò che accadeva sulla terra e tutto ciò che sarebbe accaduto. Le sirene possedevano ciò che l’uomo aveva sempre ricercato:il sapere. Il loro canto conduceva chi lo ascoltava alla conoscenza assoluta.

Successivamente, a partire dall’epoca ellenistica si accentua il carattere canoro delle sirene, che diventano figure più definite; vengono fatte nascere da una Musa (Tersicore o Calliope) e da un fiume (Acheloo), oppure dai primordiali esseri degli abissi, Forci e Cheto. A loro vengono attribuiti vari nomi come ad esempio Lighea “la canora”; Partenope “colei che ha occhi di fanciulla”; Leucosia “la bianca”.

Sulle sirene, si diceva anche che fossero le compagne di giochi della piccola Persefone e che Demetra, adirata perché non erano riuscite ad impedire che Ade le rapisse la figlia, le avesse trasformate in uccelli. Un’altra versione, riportata da Ovidio nelle Metamorfosi ( vv. 552-562), narrava che le Sirene erano le fanciulle che stavano cogliendo fiori con Persefone quando Ade le rapì e furono loro stesse a chiedere, in dono, agli dei le ali, perché potessero cercare la loro compagna per mare e per terra.

Nel Medioevo cristiano le sirene non venivano più rappresentate come donna-uccello ma con la coda di pesce. Furono scolpite nelle chiese romaniche; e nel XIX secolo sono simbolo della Femme Fatale, la donna irresistibile che conduce l’uomo alla rovina. La discesa delle sirene, dal cielo alle acque, rappresenta il tranello mortale, teso dalla donna, mediante la sua voce dolce e persuasiva e il suo corpo dotato di una bellezza seducente, verso l’uomo. La sirena diventa il simbolo dell’abbandono della retta via e metafora della necessità dell’uomo di deviare le proprie pulsioni. Il canto delle sirene ammalia l’uomo rendendolo incapace di ragionare e di mantenere il controllo del proprio io.

Nella fiaba Ottocentesca invece la sirena assume una connotazione positiva, grazie anche al racconto di Andersen “La Sirenetta” che incarna il simbolo dell’amore romantico. Ne è l’esempio, la più famosa statua di Copenaghen (1913) che si affaccia sul porto della città; essa rappresenta la Sirenetta che attende l’arrivo del suo vero amore.

La mostra “Il martellante silenzio delle Sirene” apparirà come una dolce immersione nel mondo di queste creature ; chiunque vi entri a visitarla resterà ammaliato dalla loro irresistibile bellezza e, una volta terminato il tour, sarà catturato dall’arma letale di cui sono padrone, l’eterno silenzio, a cui nessuno è mai riuscito a sfuggire.


 

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