Romanzo d’avventura è sicuramente la migliore definizione per questo esordio che ha come protagonista il più illustre domatore circense italiano. La sua storia rocambolesca ha inizio in un borgo poverissimo dell’Appennino, per concludersi in una sfarzosa villa settecentesca, dove l’uomo, Upilio Faimali, si aggira seguito dalla sua ultima pantera, sospirando sul tempo in cui carezzava orsi e leoni come gatti di casa. La prosa di “Vita breve di un domatore di belve” procede tra incontri di ogni genere – capitani nostalgici e aristocratici, capi di Stato e avari impresari –, cadute e trionfi assoluti. Sorretta da uno humour sottile ed efficace, l’opera narra la storia di un uomo disposto a tutto, metafora di un’ossessione che ci riguarda da vicino: dominare ciò che non può essere dominato, vincere il senso di precarietà di fronte alla ferocia incontrollabile della natura. A metà strada tra romanzo picaresco, affresco storico dell’Italia e dell’Europa del XIX secolo e biografia romanzata, la Vita breve di Upilio Faimali continua a seguirci anche dopo aver chiuso l’ultima pagina.