Il giorno in cui si celebra il funerale della madre di Tonino, la gente non parla d’altro che dell’attentato a Karol Wojtyla. Siamo in un paesino dell’entroterra siciliano: Tonino è un bambino di sette anni curioso, intelligente e vitale, con una passione smodata per la Juventus. Ma la confusione e la rabbia che prova quel giorno, scavano nel suo animo, lasciando cicatrici profonde. Tonino pare destinato al ruolo di vittima: non solo in quanto orfano, ma anche perchè da lì a breve riceverà le attenzioni morbose di Padre Alfio.
In risposta agli abusi, e quasi obbedendo a un impulso autodistruttivo, Tonino rischia di diventare il carnefice di se stesso. Mentre nel mondo di fuori si ragiona di guerra fredda e si festeggia il mondiale dell’82, dentro di lui tutto sembra andare lentamente in frantumi: le amicizie, la bellezza dell’amore, la possibilità di un futuro, il rapporto con la famiglia. Del bambino che era non rimane che un’eco lontano, che Tonino crescendo faticherà ad ascoltare, perseguitato dal senso di colpa. La sua speranza di salvezza è Tania, la giovane vicina di casa che gli farà da seconda madre, una ragazza con uno spirito indomito e un passato burrascoso, nonché l’unica persona disposta a lottare perchè Tonino ottenga giustizia.
Prendendo come filo conduttore l’esperienza del protagonista, questa storia riesce a far luce sul dramma, reale, delle vittime di abusi da parte di membri del clero e sull’ostinato quanto ingiustificabile silenzio che per anni ha protetto i carnefici abbandonando le vittime al proprio destino. Un romanzo d’esordio potente e coraggioso, capace di raccontare con ironia e leggerezza la perdita dell’innocenza, la ribellione e i tentativi di riscatto di un bambino diventato adulto troppo in fretta.