Sulla superficie la vita di Rodolfo sembra scorrere normalmente, come quella di ciascuno di noi. Come non ci fosse un ieri, solo una sequela di domani ansiosi di darsi. Tutto appare possibile, le svariate opzioni affidate al libero arbitrio. Eppure, il protagonista non sa – nessuno lo sa mai – che il suo tragitto è inchiodato a un binario, che non ha scelto lui. Ci si trova sopra dall’inizio del suo viaggio, deciso da altri. La cui narrazione ha composto armamento, traverse e rotaie di scorrimento. E più della narrazione, quella mancata: il rimosso, il sottaciuto, il non detto.
Rodolfo, infatti, ignora l’esistenza di un segreto che si porta addosso dalla nascita, un silenzio che un giorno corrode il suo destino. La rimozione che è stata il collante della sua famiglia d’origine si tramuta in gigantesco cappio stretto attorno alla gola.
Fino a che una svolta tanto improvvisa quanto irreversibile, lui riscatta la grande omissione e l’assenza di parole con Foglie di Magnolia e si libera.