Venanzo Crocetti

Una vita dedicata all’arte, l’impegno di ogni giorno scandito dalla ricerca di luoghi dove tutto diventava fonte di ispirazione per poi dare forma e sostanza alla materia che nelle sue mani prendeva vita: «… quel lavoro che amavo veramente sopra ogni altra cosa, quello che produceva in me l’entusiasmo e che a volte si rivelava miracoloso anche a me stesso per il mio fisico e per la mia età …»

Venanzo Crocetti già in tenera età aveva mostrato grandi doti artistiche quando disegnava col carbone sulle pareti di casa e in strada: mentre i suoi coetanei giocavano, lui trascorreva ore nelle botteghe degli artigiani per conoscere e apprendere. Ed è proprio quel talento, quel desiderio del fare e del creare a salvarlo dalle dure prove che l’infanzia e l’adolescenza gli hanno riservato. A dodici anni, infatti, Venanzo Crocetti era già orfano e in estrema miseria.

Nel 1928 si trasferì a Roma dove si forma e lavora come restauratore nei Laboratori Vaticani: «…come avrei potuto immaginare che sarei rimasto per ben quattro anni proprio sui ponteggi montati nella Cappella Sistina, per la ripresa dei lavori di documentazione nelle fotografie dello stato degli affreschi e per l’inizio dei restauri delle lunette: ponteggi che forse, per la prima volta, si riergevano dopo lo smontaggio delle impalcature usate da Michelangelo

A soli 17 anni espone in pubblico per la prima volta le sue sculture alla Mostra Nazionale dell’Animale nell’Arte; tema questo che resterà costante nella sua produzione. Negli anni Trenta ottiene il Premio Nazionale dell’Accademia di San Luca e dell’Esposizione Nazionale di Firenze. Il successo gli procura l’invito per la Biennale di Venezia del 1934. Dal 1934 in poi viene invitato con regolarità alle Quadriennali di Roma e alla Biennale di Venezia, dove, nel 1938, vince il Gran Premio della Scultura.

Il suo interesse per le tematiche dell’arte sacra, che nel 1937 lo avevano portato a lavorare per un altorilievo nella nuova Chiesa di Pomezia (RM), trova la sua massima espressione negli anni Cinquanta. Collabora alla realizzazione della Cappella nella Basilica di Sant’Eugenio in Roma, realizza la Grande Crocifissione in bronzo per l’altare maggiore della nuova Basilica di San Leone Magno in Roma, inizia la Via Crucis per la nuova Basilica di San Giovanni in Bosco in Roma e vince il concorso internazionale per la realizzazione di una delle tre porte della Basilica di San Pietro.

Nel 1946 inizia la sua attività accademica quando gli viene affidata, per chiara fama, la cattedra di scultura, che era stata di Arturo Martini, all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Negli anni Sessanta si dedica alla realizzazione del Monumento ai Caduti di tutte le guerre che sorgerà a Teramo e termina la Porta dei Sacramenti per la Basilica di San Pietro.

Nel 1970 tiene la sua prima personale in Giappone, dove tornerà spesso negli anni a seguire con mostre antologiche a Yokohama, Shimanoseki e Gumma. Negli stessi anni il Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo gli dedica una sala permanente dove vengono esposti nove bronzi e dieci opere su carta.

Il decennio successivo dedica il suo impegno di artista alla realizzazione del Giovane Cavaliere della Pace, che sarà esposto, insieme ai disegni e ai bozzetti, in Giappone, nel Museo d’Arte Contemporanea di Hiroshima, nel palazzo dell’ONU a New York, all’Ermitage di S. Pietroburgo, nel Museo Tretiakov di Mosca, nel Palazzo del Parlamento Europeo a Strasburgo e nel Museo d’Arte Contemporanea di Budapest.

La sua creatività si esprime nell’Annunciazione, ultima opera del Maestro realizzata nel 2000, benedetta da Papa Wojtyła nella Basilica di San Pietro e poi collocata sulla porta posteriore del Duomo di Teramo.

Nel 2002 viene inaugurato il Museo Crocetti – concepito, progettato e realizzato dal Maestro – che accoglie le opere realizzate in un arco temporale di oltre settant’anni di attività creativa.

Tutte le opere, realizzate in un arco temporale di quasi ottant’anni, sono frutto di un lavoro ininterrotto, di un’attività che non conosce pause per feste o per ferie, che non ammette distrazioni: le sue opere diventeranno la sua famiglia, i sui figli e tutto il suo mondo.

Le opere


 

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